Dievole si estende su un’area di 400 ettari, nel territorio del Chianti Classico, a 12 km a nord di Siena. Un lungo viale di cipressi porta al cuore della Tenuta e da lì si apre un panorama tipicamente toscano: lungo una fitta rete di strade bianche e grandi boschi si alternano ulivi, vigne e casali. Qui il dialogo tra natura e uomo non si è mai interrotto e il motivo lo spiega il nome stesso: la radice del nome Dievole, infatti, si può far risalire al significato di “Dio vuole”. Il nome Dievole appare per la prima volta, ufficialmente, nel XI secolo e precisamente il 10 maggio del 1090, giorno in cui si legge, nel contratto del notaro Bellundo, ""vennero pagati due capponi, tre pani e sei denari lucchesi di buon argento per l’affitto annuale di una vigna nella valle divina, a Dievole"". Otto secoli e innumerevoli generazioni dopo, un altro contratto racconta di Dievole e questa volta si tratta di un dono di nozze: il Conte Giulio Terrosi-Vagnoli regala la Tenuta alla sua futura sposa, Ildegonda Camaiori, che sarà poi l’ultima nobildonna di Dievole. Attualmente Dievole conta 80 ettari di vigneto, di cui 55 in produzione, situati ad un’altitudine media di circa 350 metri sul livello del mare e suddivisi in 16 appezzamenti, ognuno con un preciso profilo che rispecchia i suoli, le esposizioni e il microclima; altri 25 ettari entreranno in produzione nel giro dei prossimi anni raggiungendo così il totale di 80 ettari. La netta prevalenza della superficie vitata è assegnata al sangiovese ma sono presenti anche altri vitigni tradizionali della Toscana e della zona del Chianti Classico come canaiolo, ciliegiolo, colorino, trebbiano e malvasia bianca. L’obiettivo di Dievole, a partire dai propri vigneti, è quello di recuperare il carattere dei vitigni storici autoctoni toscani e trasferirlo nel bicchiere con il massimo rispetto per l’autenticità del terroir e dell’identità della varietà.